Dott.ssa
De Vita Stefania

Ernia del disco:
un problema comune che colpisce oltre che l'uomo anche i nostri cani

L’ernia del disco oggi è molto frequente nei nostri cani, sempre più spesso la professione veterinaria arriva a diagnosticare tale patologia.
È quindi importante per i proprietari avere alcune informazioni a riguardo per poter riconoscerne i segni e affrontare il problema con tempismo. Anatomicamente la colonna vertebrale di un cane è formata da 7 vertebre cervicali, 13 toraciche, 7 lombari e 3 sacrali; infine ci sono le coccigee che formano la coda. La colonna vertebrale è sostegno degli arti e protezione per il prezioso midollo spinale, fondamentale quest’ultimo per il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale.
Tra di esse c’è una struttura anatomica chiamata disco intervertebrale, simile ad un cuscinetto elastico fondamentale per le trazioni e flessioni che deve tutti i giorni continuamente compiere la colonna. Il disco è composto da una zona più morbida centrale detto nucleo polposo, ed una zona più dura esterna detto anello fobroso. Lo spostamento del disco in distretti differentI dal proprio, determina conseguenze ben visibili sui nostri cani, che dipendono dalla compressione del midollo esercitata dal disco. Queste si dividono in due tipi: Estrusioni discali (insorgono in maniera acuta) e protusioni (processi cronici). Le razze condrodistrofiche sono le più colpite e le estrusioni discali colpiscono perlopiù Bassotti ma anche Pechinesi, Shih Tzu, Beagle, Cocker Spaniel, Bouledogue Francese, Basset Hound, ma possono essere colpiti anche i meticci. Queste ernie si manifestano in giovane età dai 3 ai 6 anni, ed in genere improvvisamente, per un movimento troppo brusco o un salto, altre volte per un trauma. I tratti più colpiti della colonna sono quello toracolombare e cervicale, le compressioni provocate dall’estrusione possono essere di diversa entità ed i danni possono essere irreversibili.
In quelle acute la prima sintomatologia ad insorgere è quella dolorifica, al quale può accompagnarsi paraparesi (diminuzione della funzionalità motoria), incoordinazione del treno posteriore, deficit propriocettivo e nei casi più gravi la perdita del dolore profondo. Normalmente bisogna intervenire nelle 48-72 ore dall’inizio dei sintomi perché il protrarsi di questi riduce anche le possibilità di recupero.
È consigliabile tenere fermo il cane evitando così movimenti che possono far peggiorare la sintomatologia clinica.
Questa patologia si diagnostica con una visita neurologica specialistica con l’ausilio della diagnostica per immagini, Radiologia TC, Mielo TC e RM (Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica). Quanto più specifico è il mezzo tanto più lo sono le informazioni riguardanti il processo estrusivo ed i danni da esso provocato sul midollo. Generalmente una volta eseguita la diagnosi dal medico veterinario il cane viene ospedalizzato, e sottoposto a diversi esami che lo predispongono a subire l’intervento di “Laminectomia”, ossia quella terapia chirurgica che prevede l’asportazione del materiale di origine discale dal canale midollare, allegerendone la compressione su di esso e favorendone nuovamente la funzionalità. Una volta eseguito l’intervento chirurgico l’animale deve necessariamente eseguire, per un tempo minimo di tre mesi, continui esercizi che inizialmente vengono eseguiti in strutture fisioterapiche per poi proseguire dai proprietari a casa, facendo svolgere semplici movimenti al proprio cane che stimolano continuamente l’attività neurologica degli arti interessati ed il tono muscolare dei muscoli annessi. Spesso il cane che subisce compressione del tratto Toracolombare non riesce ad urinare spontaneamente, ed il controllo della minzione è il primo passo verso una guarigione, per questo nelle prime fasi post chirurgiche va aiutato manualmente ad urinare. Per la maggior parte dei pazienti sottoposti a questi interventi il recupero almeno in parte lo si ottiene e molti di questi sono pazienti a cui sono state eseguite terapie mediche o chirurgiche tempestive.
Noi auguriamo a tutti una ripresa della funzionalità neurologica rapida e provando tutti i giorni a ridurre quei danni invalidanti che l’ernia del disco provoca ai nostri amici a quattro zampe.

Il Direttore Sanitario Dott.ssa De Vita Stefania