Dott.ssa
De Vita Stefania

Ernia diaframmatica conseguente ad un trauma:
la piccola Kiss e la sua seconda opportunità

Oggi vi raccontiamo la storia di Kiss una cagnolina adulta trovata da una volontaria ed arrivata a noi per essere controllata prima di essere affidata ad una nuova famiglia. Ma prima di tutto dobbiamo necessariamente soffermarci sulla patogenesi di questa complicata patologia che spesso può rimanere occulta ma che altrettanto spesso provoca gravi danni irreversibili al soggetto che ne è vittima fino ad essere fatale nei casi più gravi. L’ernia diaframmatica è una situazione patologica in cui nel diaframma si apre una soluzione di continuo per cui alcuni visceri addominali possono dislocarsi in cavità toracica. Può essere di tipo traumatico, ed è piuttosto frequente, soprattutto nei piccoli animali. Il punto esatto e le dimensioni della lacerazione dipendono dalla posizione che aveva l’animale al momento dell’incidente e dalla disposizione dei visceri. Molto spesso un’ernia diaframmatica è accompagnata da difficoltà respiratorie più o meno gravi, ma nei casi cronici capita a volte che il soggetto sia del tutto asintomatico.
Gli organi che più spesso di altri tendono ad erniare attraverso una soluzione di continuo del diaframma sono il fegato e l’intestino. Per la diagnosi l’indagine radiografica è il mezzo migliore per diagnosticare il problema, in quanto dalle radiografie di torace e addome si nota l’assenza nel comparto addominale di organi addominali che si ritrovano dislocati nel comparto toracico. La terapia di elezione è sempre chirurgica ma alcune accortezze mediche possono migliorare lo stato del paziente, per esempio in caso di dispnea si deve provvedere alla somministrazione di ossigeno, posizionamento dell’animale in decubito sternale e sollevamento delle zampe anteriori (in questo modo si migliora la ventilazione polmonare).In caso di versamento pleurico si deve ricorrere al drenaggio con toracentesi.
In caso di shock si deve instaurare una fluidoterapia e copertura antibiotica. Nel caso di ernie diaframmatiche di origine traumatica le lacerazioni sono più spesso a carico delle porzioni muscolari rispetto alla parte tendinea.
A seconda del viscere erniato i comportamenti e le manualità potranno variare. Nel caso il viscere erniato sia il fegato, per il conseguente ostacolo al deflusso venoso si potrà osservare idrotorace ed ascite. Se si tratta dello stomaco si avrà meteorismo gastrico pericoloso sia per la compressione sulla vena cava, che per la limitazione all’espansione polmonare. Se ernia un tratto di intestino si può avere conseguente strangolamento od ostruzione.
L’intervento consiste nel riportare gli organi addominali in sede tramite la soluzione di continuo del diaframma. Questo verrà poi suturato e l’addome richiuso rispettando i vari piani anatomici.
Il paziente dovrà essere monitorato per qualche giorno per evitare l’insorgenza di complicazioni quali edema dei visceri ed emorragie interne. La nostra Kiss arrivata per un semplice controllo medico, presentava un respiro affannoso ed addominale. Eseguita RX toracica che ha evidenziato la chiara presenza di parte dell’intestino e del fegato in loco. Essendo questa una condizione cronica dal momento che in seguito al trauma alcuni pazienti riescono a compensare l’insulto attraverso una diminuzione dell’espansione polmonare, la nostra paziente è stata immediatamente ricoverata per monitoraggio dei parametri vitali e stabilizzazione prima di eseguire l’intervento chirurgico. Al momento dell’intervento il paziente viene messo in ventilazione automatica subito dopo aver liberato la cavità toracica dagli organi addominali. Purtroppo però i nostri chirurghi hanno dovuto fare i conti con le aderenze sviluppatesi tra il fegato e la pleura. Dopo qualche ora dall’inizio dell’intervento sono riusciti attraverso tecniche chirurgiche mini-invasive a liberare il fegato da tali aderenze riportandolo così in sede addominale. Spesso quando un organo addominale slitta nella cavità toracica va incontro alla cosiddetta perdita di domicilio, per cui imprescindibile diviene la decisione da parte dell’equipe chirurgica di sacrificare la milza per poter chiudere la parete addominale senza andare in contro a sindrome compartimentale degli organi addominali.
Per sindrome compartimentale intendiamo una compressione notevole della parete addominale sopra gli organi interni provocando così disturbi di circolo.
Una volta eseguito l’intervento la nostra piccola è rimasta in ventilazione automatica per 4 h inducendo una dilatazione forzata di tutti gli alveoli polmonari rimasti collassati per la presenza di organi addominali in cavità toracica.
Dopo tre gg di terapia intensiva finalmente la nostra Kiss comincia a mostrarci i primi miglioramenti riguardo la ventilazione polmonare e solo dopo 15 gg il suo polmone riesce a dilatarsi completamente e decidiamo così di affidarla alla sua nuova famiglia.

Il Direttore Sanitario Dott.ssa De Vita Stefania