Dott.ssa
De Vita Stefania

Otite del cane e del gatto:
quando la semplicità si trasforma in complessità

Cari proprietari oggi parliamo di un problema frequentissimo: l’otite!
L’otite sia nel cane che nel gatto è un problema frequente e può colpire qualsiasi razza, sesso o età.
Per otite si intende quella patologia infiammatoria che interessa il padiglione auricolare, e spesso risulta facilmente individuabile osservando la parte esterna del padiglione stesso. Spesso ad un’otite esterna può essere presente una concomitante infezione e per tale motivo può comparire del materiale marrone scuro ed avvertire un odore sgradevole. Tutto questo causa estremo fastidio all’animale, gatto o cane che sia, quando la semplice azione della zampa non è sufficiente ad alleviare il prurito l’animale può sbattere continuamente la testa strofinandola in alcuni casi addirittura al suolo. Come nell’uomo anche nel cane e nel gatto le otiti si classificano in tre forme distinte: otite esterne, otiti medie ed otiti interne a seconda della regione dell’orecchio interessata.
Dal momento che le regioni dell’orecchio esterno e media sono deputate a veicolare i suoni, un’otite di queste regioni dell’orecchio può provocare perdita dell’udito. L’orecchio interno, invece, è deputato oltre che al veicolo del suono anche all’equilibrio, per tale motivo gravi otiti interne provocano perdita dell’equilibrio e percezione spaziale alterata. Otiti mal curate possono purtroppo trasferirsi dalle porzioni esterne del padiglione auricolare a quelle più interne coinvolgendo così anche le bolle timpaniche, fino a provocare Sindrome vestibolare con sintomatologia neurologica, fino a sfociare in una meningite grave con erosione totale della bolla timpanica.
Quest’ultima può però essere diagnosticata solamente attraverso una TAC e RM.
Il veterinario con la semplice visualizzazione mediante otoscopio può ispezionare l’orecchio fino al timpano e quindi non può indagare otiti interne. È questo il caso della piccola Milly una gattina di 12 anni che purtroppo è arrivata presso il nostro Ospedale presentando una sintomatologia neurologica associata ad incapacità a mantenere la stazione quadrupedale, nistagmo monolaterale, scialorrea profusa ed inclinazione della testa. Milly non presentava alcun sintomo di otite, e non aveva alcuna perdita di materiale amorfo dall’orecchio esterno. Dopo alcune somministrazioni di antibiotico ed antiinfiammatori Milly è riuscita a rimettersi in piedi ma continuava a non riuscire ad alimentarsi autonomamente. Per questo la nostra equipe ha deciso di eseguire una TC(tomografia computerizzata) con mezzo di contrasto. Grazie ad una ricostruzione 3D dell’intero cranio della paziente abbiamo scoperto che l’otite interna in questo caso aveva praticamente distrutto l’intera bolla timpanica sx creando grave infiammazione delle meningi e provocandogli sindrome di Horner.
Quando la sintomatologia neurologica non risulta così grave si può intervenire con un intervento di TECALBO, ossia quella procedura chirurgica che prevede la rimozione del condotto uditivo esterno e di porzioni della parete latero-ventrale della bolla timpanica al fine di eseguire un’accurata asportazione dei tessuti in essa contenuti.
Con questo articolo vogliamo sensibilizzare tutti i proprietari dei nostri amici a 4 zampe, affinchè situazioni come queste non ricapitino. Tutte le otiti vanno assolutamente gestite sicuramente con approcci basilari ma che tengano sempre conto dell’eventualità che una semplice patologia possa poi provocare danni irreversibili.
Per la nostra Milly purtroppo non c’è stato rimedio ed in accordo con i proprietari abbiamo preso la difficile decisione di mettere fine alle sue sofferenze.

Il Direttore Sanitario Dott.ssa De Vita Stefania